Sanità: Campania, medici uniti per rivendicare centralità
RIUNIONE A NAPOLI DEI RAPPRESENTANTI CIMO/FIMMG/FIMP/SUMAI
(ANSA) - NAPOLI, 5 APR - Il medico deve tornare ad essere
centrale all'interno del Ssn, sia che operi sul territorio che
nelle strutture ospedaliere: questa è l'unica strada
percorribile per tutelare la salute del cittadino e garantire il
Sistema Sanitario Nazionale. E' la conclusione cui sono giunte
le Segreterie Regionali e Provinciali della CIMO/FIMMG/FIMP/
SUMAI della Campania, riunitesi all'Hotel Ramada per discutere
su alcuni degli argomenti più attuali e sentiti da tutti i
medici, dirigenti e convenzionati: la responsabilità
professionale, il precariato in sanità, il riordino cure
primarie e l' integrazione ospedale-territorio.
L'incontro è stato la naturale continuazione dell'analoga
riunione, tenutasi a Roma il mese scorso, che ha visto riunite
le Segreterie Nazionali degli stessi sindacati che rappresentano
una parte importante del sindacalismo medico italiano. La
centralità della professione medica era l'argomento
dell'incontro svoltosi a Roma, e, partendo da questo punto, si
é sviluppata la discussione tra i quadri sindacali campani,
calando appunto nella realtà campana le tematiche
particolarmente attuali del riordino delle cure primarie e
dell'integrazione ospedale-territorio, ma anche del precariato
medico che, in maniera variegata, si è in questi anni diffuso
sia tra i dipendenti che tra i convenzionati.
"Il dialogo tra tutti i medici è diventato indispensabile -
hanno sostenuto i Segretari regionali delle quattro sigle
sindacali - non si può più pensare a mondi separati. I medici
e pediatri di famiglia, gli specialisti del territorio e i
medici ospedalieri lavorano da sempre insieme nel Ssn e oggi
più del passato devono trovare punti di incontro per difendersi
dai continui attacchi alla Sanità pubblica e alla
professione".
Nei vari interventi dei consiglieri provinciali e regionali
é emerso che se il medico si prende cura dei pazienti e si
occupa della loro salute, deve anche essere messo in condizioni
di lavorare con serenità. Quindi essere in grado di operare in
strutture moderne, utilizzare attrezzature funzionanti e
tecnologicamente avanzate, poter contare su una organizzazione
sanitaria ed amministrativa funzionante e che non sia
burocraticamente addosso nella ricerca di un risparmio che non
può più essere mero taglio, ma piuttosto investimento,
compresa una stabilizzazione dei precari ed un futuro
pensionistico adeguato sia per i dirigenti che per i
convenzionati.
Invece in Campania - è stato osservato nel corso della
riunione - si assiste a pesanti tagli nella sanità che
determinano maggiori criticità nei processi assistenziali e,
quindi, maggiori rischi per i pazienti e per gli stessi medici.
Il convegno ha evidenziato quindi la voglia di una forte unità
che aiuti ad eliminare le conflittualità interne al fine di
salvaguardare il rapporto con i pazienti. (ANSA).